L’acqua ci offre un setting terapeutico diverso, dove le leggi della fisica cambiano, e possono essere sfruttate per ottenere più velocemente o più efficacemente obiettivi che nella riabilitazione in gravità richiedono molte energie sia dalla parte del terapista che del paziente. L’acqua si pone quindi come setting terapeutico complementare e di supporto alla terapia riabilitativa tradizionale. Le leggi fisiche dell’acqua possono essere utilizzate per facilitare o complicare una azione e spesso agiscono sia direttamente sulle zone trattate che indirettamente permettendo un lavoro globale e “economico”.
I campi di applicazione per l’Idrokinesiterapia sono vari e comprendono varie specialità mediche quali:
- Ortopedia e Traumatologia. In acqua possiamo lavorare in maniera selettiva sul recupero del carico su un segmento corporeo grazie alla variazione dei livelli dell’acqua, sulla propriocezione in maniera precoce, sul recupero del ROM sfruttando il rilassamento dei tessuti e della ridotta sensazione di dolore, sul recupero della forza grazie all’uso degli ausili gonfiabili e sgonfiabili che ci permettono di aumentare o diminuire la resistenza all’avanzamento.
- Neurologia. La possibilità di sperimentare una mobilità facilitata e uno spazio tridimensionale perduto porta il paziente ad accettare con entusiasmo l’ingresso in acqua, un luogo “meno sanitario” dove poter recuperare schemi motori difficilmente sperimentabili nella terapia a terra. Nell’età evolutiva l’acqua diventa elemento di gioco e di piacere aumentando la motivazione e l’accettazione della terapia.
- Linfologia. La ginnastica unita all’effetto compressivo dell’acqua sui tessuti in immersione favorisce il ritorno venoso e il drenaggio linfatico e quindi la riduzione di edemi e il recupero del Rom nei segmenti trattati.